mercoledì 15 luglio 2015

La rivolta di Porta San Paolo


Dopo settimane di disservizi, è scoppiata ieri, martedì 14 luglio, la rivolta dei pendolari della Roma Lido che sono scesi sui binari di Porta San Paolo per manifestare il disagio di un servizio ormai al completo collasso.
La scintilla che ha scatenato tutto è stato l’ennesimo trasferimento di un treno in partenza, a distanza di ben 40 minuti dall’precedente, dal binario 4 al binario 3 alle ore 19:50.


«Mi ha chiamato mia moglie che è arrivata alle 19:12 a Porta San Paolo» ci racconta un pendolare «Il prossimo treno era alle 19:50. Dopo 40 minuti di attesa il CAF è stato sostituito per un presunto guasto con un convoglio di vecchia generazione senza aria condizionata. Ci siamo sentiti presi in giro e la rabbia è esplosa».

Ma questo imprevisto è stata solo la goccia che ha fatto traboccare la disperazione dei pendolari: «Siamo esasperati da una situazione che dura da tempo, non ce la facciamo più: questa è una tortura». Racconta Marisa: «Da due anni non arrivo più in orario a lavoro e pensano che mi inventi delle scuse. Sto perdendo il posto per questo servizio indecente: ci metterei di meno ad arrivare a Napoli! Una volta mi è addirittura capitato di essere multata perché, avendo vidimato il biglietto ad Ostia e mettendoci due ore per arrivare a Jonio, il mio titolo di viaggio è scaduto per le lunghissime attese».

Proprio l’infinita attesa è ciò che fa più infuriare i pendolari, l’incertezza di non sapere quando e se si potrà arrivare a lavoro la mattina e tornare a casa la sera.
Alessio prende la  parola: «Il servizio dell’Atac è completamente allo sbando. Non c’è un controllo sulla qualità del servizio, non c’è un feedback da parte dell’azienda, non c’è un tentativo per cercare di armonizzare le difficoltà di esercizio con l’esigenza di sapere quando si partirà (le famose rimodulazioni; ndr)Non è da Roma città europea che si prepara ad ospitare un Giubileo. Ci sono state scene goliardiche di turisti che ci si chiedevano come fosse possibile che ciò accadesse nella capitale di Italia. Il problema è che all’azienda manca volontà. Il rappresentante Atac  è venuto ad incontrarci solo sotto sollecito della questura: si sono mobilitati solo per la protesta sui binari. Secondo loro abbiamo bloccato un servizio pubblico, quando la frequenza era già ben al di sotto della soglia di tolleranza».

«Questo disservizio tremendo che va avanti da settimane è ormai insostenibile» ci dice Giovanni « Siamo cittadini che non ostruiscono le strade con le macchine e veniamo premiati con il più umiliante e completo abbandono. Se il personale vuole fare qualcosa, deve contattarci  e organizzare una protesta insieme. Dobbiamo andare contro i potenti, non scatenare la guerra tra poveri.  In un paese normale la classe manageriale avrebbe rassegnato le dimissioni». Interviene un altro pendolare: « Avrei tanto da chiedere ai macchinisti e ai capostazione, ma sono scostanti. Forse hanno paura di ritorsioni ma la situazione è esasperata. Sarebbe ora di parlare».
Obietta Veronica: «Il treno delle 19:50 è stato scartato per un falso problema tecnico, quando in realtà è palese che da tre settimane va avanti lo sciopero bianco. Di fatto i macchinisti stanno sfruttando i pendolari come scudo umano per proteggere i loro interessi: adesso basta essere presi in giro. Una vera protesta è quella dove si mettono in gioco i propri soldi: non dovrebbero andare a lavoro e rendere impossibile l’apertura della linea per giorni. Se necessario sono pronta a un corteo da Roma ad Ostia sui binari».

Abbiamo provato a parlare con i macchinisti che però, essendo in servizio, non hanno potuto dichiarare nulla, almeno alla stampa. Abbiamo però ascoltato le risposte fornite ai pendolari inferociti.
La storia che sentiamo ci è già nota. Il declino della linea è iniziato anni fa: prima con scellerati investimenti sulle MA100, le frecce del mare che cadevano a pezzi già dall’esercizio nella metro A, poi con le MA200 che sono dei veri e propri bidoni. Solo i Caf funzionano con una certa regolarità anche se, bisogna ribadire, da anni sulla Roma Lido non c’è in servizio un treno progettato per questa linea. Il problema principale del materiale rotabile chiaramente non si può risolvere dall’oggi al domani. Bisognerebbe comprare 10 treni nuovi: solo così ci sarebbero le basi per il miglioramento del servizio.
Ci sono tante cose che i pendolari non sanno. Ad esempio che dei sei Caf disponibili solo tre sono effettivamente funzionanti. Uno è ancora fermo dopo che l’anno scorso si è tranciata la linea di contatto e ha preso fuoco, altri due treni sono fermi per il cambio dei carrelli e un altro per il cambio dei riduttori.


In questa situazione il direttore di esercizio delle metro-ferrovie Atac, Giovanni Nicastro, ha promesso di rimanere in contatto con la delegazione di pendolari che è stata ricevuta nella notte.  C’è solo da aspettare come evolverà la situazione, anche se il servizio oggi risulta già essere ridotto con un treno ogni 30 minuti.

Per altre testimonianze della rivolta dei pendolari

Nel frattempo è stata aperta una pagina Facebook per rimanere in contatto tra pendolari


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